Nel mondo di oggi, in questa società liquida, la cosiddetta civiltà dell’immagine, potrebbe parere che la parola scritta non abbia più valore, o comunque ne abbia perso parecchio rispetto al passato. Oggi è tutto veloce, è tutto una foto, un video, e non c’è tempo per fermarsi a riflettere su alcunché. Tuttavia, se il nostro obiettivo è vendere un prodotto oppure un servizio, la parola scritta è fondamentale. Ecco perché.

Prima di tutto, il mio prodotto deve essere trovato in rete. Ovvero deve essere descritto con le parole chiave corrette, con i sintagmi che meglio lo raccontano e hanno probabilità maggiori di farlo conoscere ai clienti potenziali. Il rischio sarebbe di avere un prodotto perfetto che nessuno conosce.

Poi, la confezione del prodotto (se fisico) o comunque la sua presentazione (se si tratta di un servizio) deve avere una buona narrativa. Io, cliente, devo essere incoraggiato, rassicurato e guidato verso una conoscenza maggiore e più dettagliata di ciò che mi interessa.

Il tutto si declina in tutti i punti di contatto che il nostro potenziale cliente può avere con quanto vendiamo. Ogni parola va scelta con cura, in maniera che in qualunque fase del processo di vendita il cliente si senta a proprio agio nel trattare con noi.

Quindi, per vendere il nostro prodotto o servizio in mercati diversi dal nostro domestico non è fondamentale soltanto che sito, brochure, confezioni e quant’altro vengano tradotti in maniera corretta nella lingua del paese o paesi di destinazione – questa è la base, l’assoluto minimo. Il punto cruciale è che quei testi vengano adattati alla visione del mondo, alla cultura e alle credenze del potenziale cliente, quasi come se fossero stati scritti in quel preciso momento proprio per lui.

Sì, perché la traduzione perfetta, ammesso che esista, non sarebbe sufficiente. (E comunque non esiste, per via dell’alone semantico che circonda tutte le parole del mondo.) La traduzione in una lingua differente è una maniera diversa per vedere il mondo, è come un altro paio di occhiali: che si deve adattare in maniera perfetta – questo sì – agli occhi di chi guarda.

Qualche tempo fa parlavo di questo manuale, che è una tra le tante buone basi di partenza per farsi un’idea di come fare per conquistare mercati non domestici. Perché fare da sé è certamente possibile, ma soprattutto è importante avere le idee chiare sul da farsi. Da lì in poi, però, è vitale appoggiarsi a professionisti di provata esperienza che, attraverso la scelta delle parole più appropriate, sappiano accompagnare l’azienda verso la conquista di altri mercati, con l’obiettivo finale di vendere di più e meglio.